Nei boschi del nostro Appennino, in particolare in Val Borbera, dove vive, è molto difficile vederlo poiché è un animale elusivo con abitudini notturne.
E’ il gatto selvatico europeo, tutelato dall’Ue in quanto specie “quasi minacciata” dopo essere stato ridotto verso l’estinzione a causa del commercio della sua pelliccia. E’ riconoscibile grazie alla coda tozza “clavata” con punta nera e da altre caratteristiche del colore del pelo.
Tra il 23 e il 25 aprile 2025, un giovane grifone, ribattezzato Ovidio, è stato protagonista di un viaggio che ha interessato le Aree Protette dell’Appennino Piemontese. Il rapace – parte di un progetto di reintroduzione condotto in Abruzzo dall’associazione Rewilding Apennines sotto la guida dell’ornitologo Mario Posillico – è stato avvistato nei pressi del Monte Carmo, a cavallo tra il Parco dell’Alta Val Borbera e il Parco Antola.
Nell’ambito della valutazione di impatto ambientale di competenza statale, comprensiva della valutazione d’incidenza, la Regione conferma per la parte piemontese, il parere negativo al progetto di realizzazione di un nuovo parco eolico di potenza pari a 124 MW, che interessa le valli Borbera, Curone e Staffora nell’alessandrino.
Il “no”, deliberato il 6/5/2025 dalla Giunta, arriva dopo la nuova consultazione del progetto avviata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) lo scorso 2 aprile a fronte di nuove integrazioni documentali presentate dalla società proponente.
Apparentemente non sembra siano diverse dal solito ma gli scienziati ci riferiscono che i cambiamenti climatici le hanno rese più piccole e fragili.
Non mi starò a dilungare in disquisizioni di cui non mi ritengo minimamente competente ma la cosa a di che farci preoccupare: le rondini sono la primavera, il ritorno alla vita, la gioia di sentirle garrire mentre fanno le matte nel cielo prima del tramonto. Quindi, a tal proposito, ho messo su una pagina su questo blog che potete raggiungere cliccando qui.
Il testo originale, pubblicato su scientificult.it, sintetizza i risultati di una ricerca effettuata dall’Università Statale di Milano e pubblicata su Journal of Animal Ecology dove ipotizza come causa di questa alterazione i cambiamenti ambientali.
Legambiente a favore della devastazione territoriale per l’installazione del maxi eolico e del fotovoltaico. L’associazione presieduta da Stefano Ciafani è molto lontana dal desiderio di preservazione della natura chiesta dalle popolazioni che vivono le realtà agresti.
Quella di Legambiente si rivela una ideologia votata alle rinnovabili ma senza una chiara opinione della tutela naturalistica, creando un palese contrasto ideologico, ovvero: distruggere per preservare, una chiara dimostrazione di politica assurda e antitetica.
Regna una palpabile confusione sul futuro delle barriere anti-cinghiali costate 10 milioni di euro e rivelatesi inefficaci al contenimento degli ungulati e della pandemia da PSA, dilagata in Liguria, Lombardia, Emilia Romagna fino al nord del Piemonte e che non ha risparmiato migliaia di capi contenuti nei recinti dei maiali.
Alla decisione presa dalla Regione Piemonte per voce del Presidente Alberto Cirio sulla rimozione delle barriere e in seguito ad un Question Time da parte di Domenico Ravetti (PD) presso l’Aula della Giunta Regionale martedì 18 febbraio 2025 per avere aggiornamenti sulla situazione, giunge una smentita da parte del Comissario straordinario Giovanni Filippini.
Gli usi civici sui prati fermeranno le maxi torri eoliche della 15Più Energia? Tra le tante osservazioni contrarie alle 20 turbine alte 209 metri inviate al ministero dell’Ambiente, quelle del Comune di Cabella Ligure sollevano la presenza del diritto perpetuo esistente sulle praterie dei monti tra Val Borbera e Val Curone. Gli usi civici sono di origine antichissima e autorizzano una comunità, per esempio, a esercitare il pascolo o a raccogliere la legna.
Nelle sue osservazioni, l’amministrazione cabellotta dichiara: “… Si sottolinea l’incompatibilità del progetto eolico con i terreni gravati da uso civico, che sono esclusi dalle aree idonee per impianti di energie rinnovabili …”.
Riporto su questa pagina l’articolo apparso oggi sul quotidiano online “Giornale 7” e che fa tirare un sospiro di sollievo per le sorti della nostra bella vallata.
Nell’ambito della valutazione di impatto ambientale (VIA) di competenza statale la Giunta regionale del Piemonte, ha espresso oggi parere negativo sul progetto del parco eolico “Monte Giarolo” che interessa le valli Borbera, Curone e Staffora nell’alessandrino.
Una decisione presa sulla scorta dell’istruttoria fatta dall’Organo Tecnico Regionale, composto dai tecnici dell’Ente di gestione delle aree protette dell’Appennino piemontese, Provincia di Alessandria e Arpa Piemonte, per i seguenti motivi: la marcata carenza di documentazione sia per quanto riguarda gli aspetti prettamente energetici sia sugli studi e sulle indagini che riguardano varie tematiche tra le quali anche quelle relative alle valutazioni geologiche e geotecniche (tipo di terreno e resistenza dello stesso alle sollecitazioni imposte dalle strutture) oltre agli impatti ambientali sull’ecosistema e la valutazione di incidenza negativa dovuta all’incompleta applicazione delle misure di attenuazione individuate.
Adesso si richiamano i cacciatori per rimediare al danno fatto da chi gli stessi non li voleva, come verdi e associazioni ambientaliste contrarie alla caccia e allo sperpero di denaro pubblico speso per alzare 260 chilometri di inutili sbarramenti (i cinghiali maschi di 120 – 130 chili riescono a sfondare reti di elettrosaldato da 0,5 mm).
Il presidente Cirio ha dichiarato nella riunione svoltasi in Regione mercoledì 15/1, che questo nuovo approccio non solo permetterà di contenere l’infezione, ma avrà anche effetti positivi sulla riduzione dei danni all’agricoltura e degli incidenti stradali causati da questo tipo di selvaggina, un problema che negli ultimi anni ha avuto un impatto significativo sul territorio.
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